domenica 30 dicembre 2007

Cabaret per tenore e attor giovane

di Raffaella Grassi, Il SECOLO XIX, 30/12/2007
Stasera, al teatrino di piazzetta Cambiaso, Andrea Bottesini ed Enzo Paci portano il scena il loro Paci & Botte Show


Enzo Paci e Andrea Bottesini nei camerini del Carlo Felice dopo la serata di Stelle nello Sport

È UNA COPPIA comica atipica quella formata da Andrea Bottesini ed Enzo Paci, in scena questa sera al Teatro Altrove (ore 20.30) di piaz­zetta Cambiaso nello spettacolo di cabaret Paci & Botte Show (biglietto euro 15 compresa la consumazione). Atipica perché Bottesini e Paci ven­gono da due esperienze completa­mente diverse: tenore drammatico il primo, attore di prosa diplomato alla scuola dello Stabile il secondo. Reduce da una Tosca il primo e dalla Mandragola con Ugo Pagliai il secondo. Tutti e due ospiti fissi della squadra comica di Radio 19.

Come è nata questa strana coppia?
«Ci siamo conosciuti sulle tavole del Comedy Club un anno fa - racconta Enzo Paci - e c'è stata subito intesa, amiamo tutti e due una comicità fatta più di rapporto che di battute, la prima cosa fatta insieme è stato lo sketch dei doppiatori, poi lo spettacolo Piuttosto nudi ma con la sciarpa».

Cosa farete all'Altrove?
«Sarà l'anteprima di uno spettacolo che debutterà il 27 febbraio al teatro Modena - spiega Andrea Bottesini - Si intitola Life e sarà un two men show con il supporto della PB Orchestra. All'Altrove non ci saranno i musicisti, giocheremo tanto sull'improv­visazione, faremo i nostri personaggi diciamo storici, il mio "Clemente bambino ripetente" e il "Mattia Passadore" di Enzo. Tra gli sketch nuovi in questi tempi di giocattoli taroccati ci sarà il vero Ken che non se la sente di stare con la Barbie cinese, la Borbie, che poi è Enzo Paci in parrucca e boccoli. Farò anche un altro personaggio nuovo, Armando ballerino di tango alla Joaquim Cortes, sensualissimo, tutte le star si innamorano di lui e lui le denigra raccontando le cose terri­bili che fanno nella vita quotidiana, da Jennifer Lopez in poi».

Facile o difficile portare avanti le due carriere, quella "seria" e quella no?
«Una non esclude l'altra, alterno le due cose tenendole distinte - dice Paci - Col cabaret capisci che c'è un pubblico, impari ad interagire, ma la formazione teatrale serve, io e An­drea parliamo un linguaggio comune che è quello del teatro».

Un flash di Mattia Passadore?
«È un ingenuotto in un mondo più furbo di lui, è il simbolo della solitudine e dell'idiozia inconsapevole».

Ma come ha fatto un tenore a finire nel cabaret?
«L'idea mi è venuta du­rante una prova della Bohème - spiega Bottesini - ho cominciato a cambiare le parole di "che gelida ma­nina" e ho visto che funzionava, ci ho scritto uno sketch e l'ho portato in televisione a Tribbù. Nel mondo del cabaret mi hanno introdotto Andrea Di Marco e Carlo Cicala, mi piace vi­vere questa vita parallela, il cabaret è sempre palco, ci sto bene lì sopra. [...]».

Progetti?
«A maggio il Gianni Schicchi qui a Genova. Poi sono in contatto con Colorado Cafè e Zelig, ma finché non firmo non dico niente, la tv è uno strano ambiente, non importa quanto sei bravo ma se gli servi in quel momento oppure no».

Modelli comici?
«Jerry Lewis e Dean Martin, un clown e un cantante, il sogno è di arrivare a essere almeno dieci gradini sotto di loro».